Rotto.

Sono rotto fisicamente e moralmente.
Sono rotto a partire dal cuore, a frantumi in pezzettini talmente piccoli che per rimetterlo insieme forse bisognerebbe fare una colata di resina e impastare il tutto, perchè a cercare di attaccarli con la colla, la vedo veramente difficile.
Il tempo aggiusta le cose. Così dicono. Beh, bella cazzata: il tempo ti fa solo stare più male e incattivire. Perchè obiettivamente, ditemi quante persone conoscete, col cuore a pezzi, che col tempo poi hanno sistemato tutto tornando a posto senza cicatrici? Ecco appunto…

Sono rotto continuando con le costole, quelle, vere, fisiche, perchè basta la cazzata di una notte per rimanere bloccato e compromesso su mille aspetti della vita che sembrano normali, ma che normali non lo sono più quando non puoi piegarti, sollevare pesi, soffiarti il naso, starnutire e – cosa peggiore – non puoi più dormire. Si, perchè non dormi come dormivi prima su un letto, appoggiato sul fianco. Quando hai le costole rotte dormi supino, appoggiato a dei cuscini, a 45 gradi circa, sul divano o su una poltrona. Questo dopo un po’. All’inizio appoggiato ad un tavolo come il peggiore degli ubriachi accasciato sul bancone del bar a fine nottata. Poi ti abitui ma ti tiri dietro tutti gli strascichi della cosa, iniziando dal fatto che dormi poche ore per notte e quindi arrivi a sera che sei sempre stanco perchè anche andar a dormire presto non ti serve a nulla se dormi tre ore, poi ti svegli, ne dormi male altre due, poi di nuovo in piedi e poi altre due e poi è ora di alzarsi per andare al lavoro… Ed ecco che il diagnosticato mese di guarigione inizia a diventare il doppio e sa solo il signore se dopo due sei a posto o ne servirà un terzo. Così, a ruota libera, con calma.

Sono rotto nella testa, perchè quando prendo una decisione, cascasse il mondo, deve essere quella! E l’arrendersi è da vigliacchi, perchè si arrendono tutti e tu non puoi arrenderti, perchè non sei come gli altri, non vuoi esserlo, ti senti al di sopra di tutto e di tutti e quindi non puoi cedere! E il meccanismo è subdolo, ti si insinua nel cervello, in ogni neurone, ogni sinapsi e tutto inizia a funzionare in maniera anomala e non ti spieghi come mai certe cose per altri vanno bene e per te no. Non ti spieghi come facciano loro ad essere così sereni e in pace col mondo e tu no. Non ti spieghi come questo mondo riesca ancora ad ospitare sette miliardi di persone e tu non vorresti essere tra loro in questa assurda società malata.
E poi, alla fine, ti spieghi tutto in modo molto più semplice: non è il mondo che è sbagliato, sei tu. Si perchè sei tu a non voler concedere nulla a nessuno, tanto meno a te stesso. E sei tu ad esserti posto sopra il piedistallo, ad avere un ego smisurato ed averlo accresciuto nel tempo, quando invece bastava solo sedersi, rilassarsi, respirare e contare fino a dieci, che tanto il mondo continua a ruotare sia che tu ci sia, sia che tu non ci sia…

E infine, sono rotto nelle parti basse, più comunemente detti in modo gergale, coglioni.
Perchè ci si arriva, perchè ti ci portano, per uno, due, mille motivi, ma in generale perchè dopo tante cose, ti stufi, non hai più voglia che giri così, non hai più voglia che la cosa continui in questa maniera e per quanti sforzi fai per cercare di cambiare, di migliorare, di essere in armonia con te stesso, con l’altro, col mondo e con l’universo, la verità è che non si cambia, che il lupo perde il pelo ma non il vizio e travestirsi da pecora per nascondersi nel gregge ed azzannare, non serve a molto, perchè il gregge, per quanto fatto di pecore, sentirà sempre l’odore del lupo.

Sono rotto e mi sono rotto.
Succede.
Ci si riaggiusta. Con la santa pazienza.
O forse no. Ma a chi interessa? Le cose rotte, tanto, non le compra più nessuno.